Il tema della Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa del 2024 è stato: “La strada”.

Durante l’estate, abbiamo condiviso con voi alcune curiosità sulle strade romane, partendo dai metodi costruttivi, alla loro diffusione all’interno dell’Impero Romano, al loro utilizzo e ai monumenti che si possono trovare percorrendole ancora oggi.

In questo articolo vogliamo riassumere tutto quello che ci siamo detti sui nostri canali social, così che possiate consultarlo facilmente nel corso del tempo.

Partiamo dalle basi

Tutti sappiamo che l’Impero Romano copriva un territorio vastissimo, ma nonostante la sua grandezza riusciva ad essere molto efficiente soprattutto a livello amministrativo. La sua abilità nel gestire le varie parti del governo, era in parte dovuta all’altissima qualità delle infrastrutture, tra cui appunto le strade.

Le strade, similmente al giorno d’oggi, venivano utilizzate principalmente per:

  • Movimentare gli eserciti
  • Far viaggiare le informazioni
  • Favorire il commercio
  • Permettere alle persone di spostarsi facilmente

Ma erano davvero così efficienti le strade romane? Decisamente sì, vi basti pensare che gran parte dell’attuale sistema di strade italiano si basa proprio sugli stessi percorsi dell’antica Roma!

Tratto della Via Appia

Ad oggi abbiamo molti tipi diversi di strade, suddivise in base al tipo di veicolo che le può utilizzare e in base alle zone che attraversano.

Ma, come al solito, non è nulla di nuovo.

Già gli antichi romani usavano dare nomi diversi al tipo di strade, con criteri molto simili ai nostri:

  • le vie, dove potevano transitare due carri nei due sensi di marcia;
  • l’actus, dove era consentito andare a piedi o a cavallo;
  • l’iter, equivalente alla nostra pedonale;
  • la callis, una strada che attraversava le montagne;
  • il diverticulum, la strada che si staccava da quella principale per raggiungere una località.

Ovviamente queste sono solo alcune delle definizioni, ma già così riusciamo a rendere un’idea della grande cura che i romani riservavano all’organizzazione e alla gestione del proprio territorio.

Come venivano costruite le strade nell’antica Roma

Lo sapevi che molte delle strade attuali si fondano su quelle costruite dagli antichi romani? E lo sai che alcune sono rimaste intatte fino ai giorni nostri?

Ebbene sì, come la maggior parte delle infrastrutture romane (vedi gli acquedotti), sono state costruite con il chiaro obiettivo di durare nel tempo. Questa fortissima resistenza è dovuta ad accuratissimi studi sul metodo costruttivo e sul materiale impiegato.

Quindi, come erano strutturate?

  • Un primo strato, più profondo, di sassi e argilla;
  • Il secondo strato di calce ricavata da mattoni, sabbia e pietre;
  • Un terzo strato di pietrisco e ghiaia;
  • Per concludere venivano posizionate delle lastre in pietra levigata incastrate tra loro.

Questa lunga procedura ne garantiva la durabilità nel tempo tanto che alcune sono visibili ancora oggi, in ottimo stato di conservazione.

Scegliere dove costruire una nuova strada è un lavoro molto delicato e prevede l’intervento di diverse figure lavorative.

Era così anche all’epoca degli antichi romani, infatti, per ogni passaggio della costruzione, partendo dal decidere il luogo a chi fisicamente andava poi a pizzare le pietre, c’era la specifica figura di riferimento:

  • l’architetto: decideva a grandi linee dove la strada doveva passare;
  • gli agrimensori: individuavano il tragitto preciso e lo delineavano con dei pali;
  • i libratores: coloro che si occupavano di scavare e costruire la strada.

In questo modo il lavoro e l’efficienza venivano ottimizzati e si riusciva a creare strade importanti, sia in termini di dimensione che di lunghezza, in pochissimo tempo.

“Tutte le strade portano a Roma”, o forse sarebbe meglio dire che tutte le strade partono da Roma!

Idealmente, infatti, la misurazione di una strada partiva sempre da un punto ben preciso all’interno della capitale: i fori romani. Fu l’imperatore Augusto nel 20.a.C. a prendere questa decisione, proprio rafforzare l’idea della centralità di Roma, del suo essere unico punto fermo di riferimento nella vastità dell’impero.

Il Miliarium Aureum era il punto di partenza preciso di tutte le strade, era composto da una colonna di marmo rivestita di bronzo. Su questo rivestimento erano incise tutte le destinazioni ritenute più importanti all’interno dell’Impero Romano, con segnalata la rispettiva distanza da Roma. Ad oggi, è possibile vederne solamente la base all’interno degli scavi dei fori romani.

Miliarum Aureum, fonte Wikipedia

Come venivano vissute le strade nell’antica Roma

Abbiamo capito che delle buone strade erano essenziali per gli antichi romani e, per alcuni aspetti, anche più di quanto lo siano oggi.

Pensate a tutto il mondo della comunicazione: grazie ad internet, la maggior parte delle notizie ci raggiunge in tempo reale e senza dover percorrere una strada fisica.

Anche nel mondo antico c’era la necessità di far arrivare notizie velocemente, ma l’unico modo per farlo era, appunto, mettersi per strada o affidarsi ai messaggeri. Grazie a sistemi di stazioni e cambio cavalli, i messaggeri romani erano in grado di compiere lunghissime tratte in pochissimo tempo!

Oggi per andare da Roma a Brindisi in bicicletta impiegheremmo dalle 33 alle 36 ore, ma gli antichi romani quanto avrebbero impiegato?

Secondo le stime, tra i 13 e i 14 giorni con il carro, anche se abbiamo testimonianze di viaggiatori che hanno impiegato solamente 5 giorni a cavalli! Certo, può sembrare molto, ma dobbiamo sempre ricordare della situazione e dei mezzi a disposizione degli antichi.

Il cavallo, ad esempio, contrariamente a quello che si può pensare, era un mezzo molto costoso e riservato a chi viaggiava per conto del governo e aveva decisamente molta fretta. Sicuramente tra i mezzi più usati troviamo il carro, che permetteva di trasportare persone e merci, che lo rendeva quindi il più utile e pratico, ma certamente non era un Ferrari.

Oggi possiamo usufruire di un servizio in uso anche sulle antiche strade romane: l’autogrill.

Nel mondo antico erano stazioni di posta e fornivano cavalli riposati (per i messaggeri governativi) e anche alloggio, cosa che invece oggi troviamo solamente in rari casi e su tratte specifiche delle nostre autostrade.

All’epoca erano servizi davvero essenziali per consentire un rapido passaggio di informazioni e garantire un viaggio sicuro a eserciti, ambasciatori, commercianti e cittadini.

Una mappa davvero speciale

Conosci la Tabula Peutingeriana?

È una delle mappe più famose della storia, nello specifico dell’antica Roma.

La Tabula Peutingeriana che possiamo vedere oggi è una copia del XII-XIII secolo di una copia di un modello carolingio, a sua volta copia di un’antica carta romana che mostra le vie stradali dell’Impero Romano. Provate a pensare alle possibili dimensioni che questa mappa poteva raggiungere nella sua versione originale, contando anche il livello di dettaglio con venivano riportati si i percorsi, ma anche gli insediamenti attraversati!

Ma perchè ci teniamo così tanto farvi vedere questa mappa? Perchè possiamo trovare riportate sia la città di Torino, che la città di Susa. Questo dettaglio dimostra l’importanza di questo insediamento anche all’epoca romana.

Segmento della Tavola Peutingeriana con evidenziate le attuali Torino e Susa

Monumenti sulle strade romane

Lungo le strade romane più importanti che attraversano i centri più grandi dell’Impero, può capitare di trovare un Arco di Trionfo. In Italia, ad esempio, ne abbiamo molti, ma cosa volevano simboleggiare?

Questa tradizione, che si è protratta per secoli, ha preso vita proprio nell’antica Roma e il suo scopo era principalmente quello di celebrare grandi vittorie in guerra e nuove conquiste da parte dell’Impero.

Il più antico conosciuto si trova a Roma, ovviamente, ed era l’Arco di Pompeo, eretto per celebrare la sua vittoria contro Mitridate il Grande nel 61 a.C. ora non più visibile. Un altro arco molto famoso è quello di Costantino, nella zona del Colosseo, inaugurato nel 315 d.C.

Anche a Susa c’è la possibilità di ammirarne uno. Denominato Arco di Augusto, risale al I sec. a.C. ed è stato eretto, non per celebrare una vittoria, ma un’alleanza tra l’Impero Romano e il re Cozio. Il mandante della costruzione, infatti, fu proprio quest’ultimo che volle onorare, oltre a questo patto, anche lo stesso imperatore Ottaviano Augusto.

Arco di Augusto a Susa

Per l’inaugurazione di questa imponente opera, Ottaviano si fermò a Susa (allora Segusium) mentre era di ritorno dalle Gallie.

Gli archi di trionfo sono monumenti che ispirano grandezza, autorità e magnificenza, anche per questo sono stati riproposti da diversi governi nel corso della storia.

Tra i più famosi archi “moderni” troviamo l’Arc de triomphe di Parigi.

Questo nello specifico fu costruito da Napoleone, da sempre grande ammiratore degli imperatori dell’antica Roma, per celebrare la propria, adesso famosissima, vittoria ad Austerlitz.

Il Dio protettore delle strade e dei viaggiatori

Il dio Mercurio, tra le tante altre cose, era anche il protettore dei mercanti, dei viaggiatori e di conseguenza anche delle strade. Il suo stesso nome si pensa che derivi dalla parola latina mercator, che significa mercante.

In base ai ritrovamenti fatti, disseminati in tutto l’Impero, si pensa che fosse tra le divinità più venerate dal popolo romano; era così apprezzato che su due delle prime monete in bronzo, coniate nel periodo repubblicano, era riportato il suo volto.

Conclusioni

Questa è la raccolta di tutto quello che vi abbiamo raccontato nel corso della scorsa estate.

Speriamo che possiate trovare queste curiosità interessanti e utili per approfondire il mondo dell’antica Roma e la vita delle persone che l’hanno popolata.

Continuate a seguirci sui nostri canali social per continuare a conoscere il mondo dell’ Impero romano e le attività dell’associazione Ar.c.A.

A presto!