Il tema della Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa del 2025 è stato: “Tracce in movimento”.

Durante l’estate, abbiamo condiviso con voi alcune curiosità sui popoli che hanno vissuto nel contesto dell’Impero romano, che fossero amici o rivali, queste culture hanno fortemente influenzato lavita, la crescita e la fine di uno degli Imperi più importanti della storia dell’uomo.

In questo articolo vogliamo riassumere tutto quello che ci siamo detti sui nostri canali social, così che possiate consultarlo facilmente nel corso del tempo.

Partiamo dalle basi

Tutti sappiamo che il migrare, lo spostarsi, è insito nell’istinto dell’essere umano, sia che venga spinto dalla necessità, sia che la motivazione risieda nella semplice curiosità di vedere cosa c’è al di là di una montagna. Quindi, anche all’epoca dell’antica Roma era più che normale la presenza di flussi migratori, così tanto che uno di questi ha decretato l’inizio della fine dell’Impero Romano d’Occidente.

Accordi con i barbari

Nel tardo IV–V secolo, l’Impero Romano, sotto crescente pressione ai confini, adottò una strategia diplomatica ed economica innovativa: stipulare trattati con popolazioni straniere, i foederati, in cambio di terre e status.

In questo modo, Roma otteneva una sicurezza in più ai confini più “caldi” mentre queste popolazioni barbare potevano usufruire di molti vantaggi concessi dall’Impero, compresa la possibilità di spostarsi e migrare all’interno dei confini.

Alcune volte, questo tipo di gestione, portò a forme di co-governo, fino a trasformarsi in veri e propri regni «romanizzati». Tra le tribù più famose diventate foederate troviamo: I Goti, i Franchi, i Burgundi e gli Svevi.

battaglia tra romani e barbari

I Cimbri

Nel corso della sua storia, l’Impero Romano non fu solo conquista, ma anche incontro.

Già dai secoli precedenti la sua massima espansione, Roma divenne meta e crocevia di flussi migratori da ogni angolo dell’Europa e oltre. Ma da dove venivano i primi gruppi migranti che si affacciarono sui confini dell’Impero?

Plutarco racconta:

«I Cimbri, un popolo dalle proporzioni gigantesche, comparvero sulle Alpi… chiedendo terre da coltivare e re a cui obbedire.» (Plutarco, Vita di Mario)

Tra le prime popolazioni documentate troviamo i Cimbri, tribù germaniche originarie dell’attuale Danimarca. Nel II secolo a.C., si mossero verso sud in cerca di nuove terre, probabilmente spinti da carestie o mutamenti climatici. La loro migrazione li portò in collisione con i confini romani e diede avvio a una serie di scontri noti come le guerre cimbriche.

Non si trattava solo di eserciti invasori, ma spesso di interi popoli: uomini, donne, bambini, carri colmi di masserizie e animali. Una vera e propria migrazione.

Le arti dei Goti

Siamo abituati a pensare alle popolazioni barbariche come “inferiori” per cultura a capacità rispetto a ciò che invece rappresentava l’Impero Romano, ma è davvero così?

Prendiamo ad esempio i Goti, una tra le popolazioni più impattanti per l’antica Roma.

Pur vivendo entro i confini dell’Impero, i Goti mantennero lingua, leggi e costumi propri. Erano anche maestri nel campo dell’artigianato: le loro fibule, gioielli e armi erano decorati con oro, granati e smalti in stile policromo, mescolando il gusto germanico e influenza romana, dando vita a capolavori unici.

Dopo il famigerato sacco di Roma del 410, i Goti si insediarono stabilmente in Gallia e poi in Hispania. Lì costruirono chiese, palazzi e città: Recópolis, San Pedro de la Nave… un’eredità ancora visibile.

Le persone arrivate da “fuori confine” segnarono Roma e, di conseguenza, tutto ciò che venne dopo; non solo con grandi battaglie, ma anche grazie all’integrazione che contribuì ad accrescere la cultura e l’arte dell’Impero con opere che abbiamo la fortuna di poter ammirare ancora oggi.

Fibula Gota

I Galli

Una volta nemici giurati di Roma, i Galli seppero adattarsi, resistere e trasformarsi.

Dopo la sconfitta di Vercingetorige (52 a.C.), la Gallia fu conquistata e molti capi tribali divennero alleati e funzionari romani.

Già nel I sec. d.C. molti Galli ottennero la cittadinanza (l’imperatore Claudio nacque in Gallia) e nel 212 d.C. tutti gli abitanti liberi dell’Impero divennero cittadini romani.

Di conseguenza molte città galliche si romanizzarono profondamente adottando templi, terme, latino e leggi romane, senza però dimenticare le proprie radici.

Quando l’Impero crollò, la Gallia era già altro: un ponte tra il mondo romano e quello medievale. I Franchi e i Visigoti ereditarono città, strade e cultura creando i presupposti per una nuova epoca che fonda le proprie radici nell’ Impero Romano e nella cultura gallica.

Movimenti “verso fuori”

Abbiamo visto come alcune delle popolazioni barbariche più famose hanno creato rapporti e si sono insediate nei confini dell’Impero Romano, anche i romani però si spostavano al di fuori dei propri confini.

La motivazione più “classica” era la colonizzazione di nuovi territori: tendenzialmente gruppi di soldati, funzionari e coloni (ben incentivati) partecipavano a delle vere e proprie missioni di colonizzazione, che spesso partivano in conseguenza di guerre vinte con le popolazioni locali.

Tra i siti più famosi ricordiamo:

  • Dacia (attuale Romania): colonizzata con veterani e funzionari dopo la conquista di Traiano (106 d.C.)
  • Africa settentrionale: Cartagine fu rifondata come colonia romana (Colonia Julia Carthago)
  • Britannia: molti veterani rimasero dopo il servizio, fondando città come Londinium o Eboracum (York)
  • Germania oltre il Reno: tentativi falliti di colonizzazione (es. sotto Augusto), ma piccoli insediamenti sopravvissero

Nella vita di tutti i giorni

Gli esempi dell’importanza delle migrazioni dei popoli durante il lungo periodo di vita dell’Impero Romano, erano visibili anche nella vita di tutti i giorni.

Ad esempio, era normale trovare artigiani greci (soprattutto se si parlava di affreschi e mosaici), mercanti africani che importavano spezie e magari anche dei soldati germanici in congedo alla ricerca di nuovi appezzamenti dove stabilirsi.

Anche grazie a questo tipo di mercanti e movimenti di cose e persone, l’Impero romano ha visto le proprie conoscenze aumentare e la propria arte raffinarsi.

Il commercio

Come abbiamo già accennato, insieme alle persone, all’interno dell’Impero Romano, si muovevano anche moltissime merci.

Nella vastità dell’Impero Romano, la vita quotidiana e il lusso erano infatti alimentati da una rete commerciale straordinaria, moltissimi prodotti arrivavano da zone esterne dell’Impero.

Tra quelli più famosi troviamo:

  • Grano: importato in massa dall’Egitto e dal Nord Africa per sfamare la popolazione urbana, soprattutto Roma;
  • Spezie esotiche: come pepe, cannella, zafferano, incenso e mirra, provenienti dall’India, dall’Arabia e dall’Asia sudorientale;
  • Seta: importata dalla Cina via la Via della Seta e i porti egiziani; simbolo di prestigio e raffinatezza.

I flussi migratori hanno fortemente influenzato la crescita dell’Impero e lo hanno aiutato a crescere fino ad affermarsi come la grande potenza che conosciamo oggi.

Ad Fines

Non troppo lontano dalla villa romana di Almese, era collocata la Statio Ad Fines, una stazione di posta nei pressi del confine dell’Impero e il Regno di Cozio.

Ma cosa avremmo potuto veder transitare in questa, o in un’altra dogana, ai confini dell’Impero?

Prima di tutto, le persone in viaggio: soldati romani di pattuglia, funzionari imperiali diretti alle province, mercanti carichi di merci, ma anche persone normali alla ricerca di una nuova casa o una nuova vita.

Ovviamente poi c’erano le merci, essenziali per la vita dei romani:

  • dal resto d’Italia arrivavano vino, olio e ceramiche raffinate;
  • dalle Gallie giungevano formaggi, pelli, miele e metalli alpini;
  • non mancavano anche le spezie e le stoffe di lusso, provenienti dall’Oriente, in transito verso Roma.

Una semplice stazione di posta diventava così un piccolo crocevia di culture, lingue e ricchezze, specchio della vitalità dell’Impero Romano.

Divinità

Le divinità romane coprivano e tutelavano ogni aspetto della vita nell’ Antica Roma, quindi, chi si occupava di coloro che viaggiavano da un territorio ad un altro?

Nel vasto pantheon romano, Mercurio era la divinità che vegliava su chi si spostava per il mondo: viaggiatori, mercanti, messaggeri, ma anche chi si allontanava dalla propria patria alla ricerca di fortuna o nuovi inizi. Caratterizzato dal caduceo e dai calzari alati, Mercurio proteggeva i confini, i viaggi per terra o mare e garantiva comunicazione, scambi e sicurezza lungo le rotte dell’Impero. Quando pensiamo ai migranti nell’antico mondo romano — schiavi in cerca di libertà, funzionari in trasferimento, artigiani in terra straniera — possiamo immaginare le loro speranze affidate a Mercurio, affinché li conducesse in salvo verso nuove vite.

Conclusioni

Dalla sua nascita al suo crollo, l’Impero Romano è stato il fulcro economico e culturale del mondo antico. Se non avesse avuto la capacità di integrare e amalgamare le culture che ne sono entrate a far parte, difficilmente ora lo ricorderemmo come uno degli imperi più influenti e gloriosi, con un’eredità culturale e sociale ineguagliabile nel mondo occidentale. 

Speriamo che possiate trovare queste curiosità interessanti e utili per approfondire il mondo dell’antica Roma e la vita delle persone che l’hanno popolata.

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A presto!