Il tema della XI Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa, è stato “La musica”.

Nel corso delle settimane precedenti all’evento, vi abbiamo mostrato diversi strumenti utilizzati dagli antichi romani, non solo per i momenti di svago, ma anche durante le battaglie e i riti religiosi.

Abbiamo notato che questa iniziativa è stata molto apprezzata dal nostro pubblico, quindi perché non raccogliere tutti i nostri post in un unico articolo? E così abbiamo fatto, in modo da rendere fruibili queste informazioni a tutti coloro che vogliono conoscere meglio questa ricca e affascinante cultura.

Un po’ di contesto

L’Impero romano è stato uno degli imperi più estesi in tutta la storia dell’essere umano: comprendeva tutti i territori dalla Spagna alla Cappadocia, dal Nord Africa ai Paesi Bassi e anche parte del Regno Unito (Inghilterra, Galles e parte della Scozia).

Pensando quindi alla vastità di questi territori e a tutte le culture diverse che ne facevano parte, possiamo dire che le tradizioni e le usanze dell’antica Roma siano state, almeno un po’, influenzate da quelle dei popoli “acquisiti”, la musica e gli strumenti musicali non sono da meno.

Alcuni degli strumenti più utilizzati dagli antichi romani, sono arrivati grazie ai greci, ai popoli dell’asia o agli egizi, oppure sono stati più semplicemente innovati e modificati, per ottenere suoni diversi da quelli dello strumento originali.

Gli strumenti a fiato

Il tibiae

Gli strumenti musicali più utilizzati e raffigurati, erano i flauti, molto apprezzati per il loro suono deciso e intenso; in particolare quello che vedete nella foto qui sotto: il tibiae.

Un flauto doppio con canne che potevano variare tra i 30 e i 60 cm, in base alla provenienza potevano essere di legno o di corno e non necessariamente lunghi uguali. Il nome deriva proprio dal nome dell’osso da cui veniva ricavato: la tibia di un animale, che tendenzialmente poteva essere un asino oppure un ovino.

Curiosità: spesso veniva messa una benda (capistrum) intorno alla bocca del suonatore per aumentare la pressione del fiato.

Il cornu

Questo strumento è davvero particolare nella sua forma: una tromba piegata in modo da formare un semicerchio, rinforzato al centro da una barra metallica che ne rendeva anche più pratico il trasporto.

Che il trasporto fosse comodo era essenziale, in quanto veniva usato durante le battaglie per dare segnali ai soldati e ai portatori di insegne, diede anche nome ad un segnale militare: il cornicen trasformava gli ordini in chiamate.

 Spesso, durante le manifestazioni religiose, eventi e spettacoli, veniva accompagnato da una tuba in metallo e da un organo.

Cornu - Strumento antica Roma
Cornu - Strumento antica Roma

La tuba

Vi ricordate le vuvuzelas dei mondiali del 2010, come potremmo dimenticare quel suono che ci ha accompagnato un’estate intera?

Bene, la tuba romana era molto simile a questo strumento sia per la forma che per il suono: non avendo tasti, poteva emettere una sola singola nota

La tuba era fatta principalmente di metallo, poteva superare il metro di lunghezza e, oltre ad essere usata per le marce militari, anche lei, come le vuvuzelas, veniva usata durante i momenti di intrattenimento e di spettacolo.

Il flauto di Pan

Questo strumento, anche se ci ricorda le popolazioni sud-americane, arriva dall’antica Grecia e deve il suo nome alla leggenda che vede protagonista il fauno Pan.

Siringa era una bellissima ninfa dell’acqua di Arcadia, figlia del dio dei fiumi Ladone.

Un giorno, di ritorno da una battuta di caccia, incontrò il dio Pan che si infatuò di lei ed iniziò a cercare di irretirla. La povera ninfa, nel tentativo di nascondersi da Pan, si nascose in un canneto e presa dalla disperazione, pregò di essere trasformata in canna. La sua preghiera fu esaudita.

Quando il dio raggiunse il canneto, una triste melodia suonata dal vento tra le canne suonava nell’aria, non riuscendo ad individuare la canna in cui si era trasformata Siringa, ne taglio 7 a caso e le allineò in scala crescente. Da quel momento, Pan non si separò più dal flauto e lo utilizzò per incantare i passanti che incrociavano la sua strada.

Una triste leggenda per spiegare l’origine di questo flauto, molto diffuso anche grazie alla sua facilità di costruzione: una serie di canne di bambù, o palustri, di diversa lunghezza legate tra loro. Suonato soffiando all’interno delle canne, crea una melodia dolce e delicata.

Gli strumenti a percussione

Il sistro

Il sistro è formato da un ferro di cavallo in metallo, chiuso da una manopola e attraversato da una serie di barrette di sempre in metallo, curvate alla fine; scuotendolo emetteva un suono simile a quello di un moderno sonaglio.

Ha origine antichissime ed è arrivato ai romani grazie a greci ed egizi, anche per questo motivo lo si può trovare in diverse varianti, una di esse comprende l’inserimento di dischetti di metallo nelle barrette di metallo, rendendo il suono del sistro molto più intenso.

Sistro antica roma

Lo scabellum

È uno strumento davvero particolare: era una specie di infradito di legno con una doppia suola sempre in legno, tra le due suole venivano posizionati dei sonagli e “pestando” si produceva il suono.

Principalmente, aveva la funzione di tenere il tempo durante le rappresentazioni teatrali oppure durante le funzioni religiose.

Questo strumento è arrivato ai romani grazie alla Grecia, dove sappiamo fosse ampliamente diffuso all’epoca.

Scabellum

Il crotalo

Può sembrare un antenato delle nacchere, in effetti si differenzia dal moderno strumento spagnolo solamente per la forma.

Erano, infatti, composti da due parti in legno, talvolta anche in metallo o avorio, allungate e legate tra di loro. Per produrre il suono, esattamente come le nacchere, venivano tenute in mano facendo sbattere le due parti una contro l’altra.

Anche loro, come moltissimi strumenti di cui stiamo parlando, venivano utilizzati durante gli spettacoli teatrali e le funzioni religiose.

Il cimbali

Molto simile al cimbali moderno, era composto da due piatti in metallo legati tra loro tramite una catenella, principalmente utilizzati da danzatori e attori teatrali per tenere il tempo durante la rappresentazioni.

I bordi erano, tendenzialmente, girati verso l’esterno e quelli più particolari riportano delle decorazioni sull’esterno dei bordi.

Ha origine nell’Asia Minore, ed arriva ai romani attraverso i Greci, ancora oggi fa parte delle nostre orchestre.

Cimbali antica Roma

Gli strumenti a corda

La cetra

Uno strumento formato da una cassa armonica alla cui estremità erano fissate delle corde, da 4 a 11 in base alle dimensioni, che venivano suonate con un plettro e regolate tramite delle viti nell’estremità alta della cassa. Quando arrivò nell’antica Roma, si diffuse così tanto che sostituì l’uso della lira, anche se le sue dimensioni era decisamente più grandi.

Questo strumento ha radici talmente profonde che è quasi impossibile definirne con precisione il periodo della sua nascita. Sappiamo però che si è diffuso dalla Grecia alla Cina, dalla Turchia alla Russia fino in Persia.

Cetra antica Roma
Cetra antica Roma

Il liuto

Diretto antenato della moderna chitarra, anche lui arriva ai romani dalla Grecia e dall’Egitto, dove era molto diffuso e utilizzato. Era formato da un piccola cassa di risonanza, da un lungo braccio e da 3 o 5 corde che lo rendevano più semplice da suonare rispetto ad altri strumenti a corda.

Solitamente è uno strumento associato al mondo medioevale, ma sappiamo essere già presente all’epoca dei romani, anche se non era diffuso quanto la cetra o la lira.

Liuto antica Roma

Questi sono gli strumenti di cui abbiamo parlato nelle settimane antecedenti alla XI Giornata del Patrimonio Archeologico della Valle di Susa.

Ovviamente, moltissimi altri strumenti musicali facevano parte della cultura romana, ti invitiamo quindi ad approfondire questo aspetto molto interessante della vita degli antichi romani.

Se l’articolo ti è piaciuto e vorresti approfondire altri aspetti della cultura romana, diccelo sulla nostra pagina Facebook o Instagram!